11 Nov

IP BLOCCATI. Facciamo chiarezza

Dopo la tempesta del weekend che ha visto noi e decine di altre aziende correre disperatamente per risolvere i problemi creati dal blocco degli IP da parte della magistratura di Napoli e dopo aver preso tutte le relative informazioni in merito, possiamo finalmente spiegare con chiarezza quello che è successo da venerdì sera del 6/11 in poi sulla rete italiana.

Da mesi, se non anni, la magistratura di Napoli stava indagando su decine di organizzazioni illecite che tramite una rete di server sparsi in moltissime webfarm europee, distribuiscono illegalmente contenuti video prelevati da piattaforme ufficiali come Netwflix, Sky, Mediaset Premium, canali di calcio etc etc. Queste organizzazioni tramite l’utilizzo di software di IPTV, mettono a disposizione dei loro ‘clienti’ delle liste di contenuti che rendono disponibili migliaia di trasmissioni in video in modo totalmente illegale.

Nella serata di venerdì 6/11 la Guardia di Finanzia, a seguito dell’ordinanza di sequestro firmata da un magistrato di Napoli, ordina ai principali operatori di rete italiani (Fastweb, TIM, Wind3, Vodafone etc.) di bloccare l’accesso in Italia a migliaia di IP di server contenuti in queste liste di servizi abusivi bloccando quindi la fruizione dei contenuti da parte degli utenti abbonati a queste utenze illegali.

La domanda nasce spontanea:
Perchè in questa ondata di sequestri di IP sono finiti dentro anche centinaia di IP di servizi e siti assolutamente regolari e leciti causando il parziale blocco delle trasmissioni in streaming anche di radio e TV assolutamente legali?

La spiegazione è molto semplice. In queste liste di server che vengono distribuite nelle piattaforme IPTV, si trovano sia gli IP abusivi che questi truffatori utilizzano per ritrasmettere contenuti illegalmente, ma anche centinaia di IP pubblici di regolare utilizzo da parte di radio e televisioni in Europa che spesso si ritrovano inserite in queste liste senza neanche esserne a conoscenza. Molte radio e TV pubbliche vengono inserite solo per il gusto di ‘gonfiare’ l’offerta del pacchetto abusivo venduto.

Per questo semplice motivo, gli IP legalmente utilizzati da radio e TV per farsi ascoltare in rete sono stati intercettati in queste liste dalla Guardia di Finanza e messe all’interno di un unico ‘calderone’ da bloccare in modo univoco.

Per colpa di un utilizzo illecito della tecnologia da parte di alcuni soggetti, ne stanno pagando le conseguenze decine di aziende che invece hanno tutto il diritto di utilizare quegli IP e quei server per distribuire i loro contenuti in rete.

Per fare un esempio comprensibile, è come se per bloccare gli indirizzi illeciti contenuti nelle liste IPTV di Sky, Mediaset, Netflix, allo stesso modo venissero sequestrati anche gli stessi indirizzi regolari che invece queste aziende utilizzano per distribuire in modo legittimo i loro programmi. Bloccano i servizi pirata su IPTV e contemporaneamente bloccano la visione dei contenuti anche sulle piattaforme ufficiali dei fornitori di programmi.

Forse sarebbe meglio che le autorità predisposte al controllo, nel fare il loro sacrosanto lavoro per combattere l’illegalità, controllassero meglio la provenienza e la legalità di un indirizzo IP.

Chi pagherà le conseguenze di tutti questi disservizi causati a centinaia di radio, tv, siti ed aziende?

Ma ancor più importante: succederà ancora in futuro?

 

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